Napoli, 23 maggio 2020
Prot. C101/2020
LA GIORNATA DELLA MEMORIA
Carissimi confratelli,
si celebra ogni anno in
tutto l’Ordine il 25 maggio, l’anniversario della nascita di san Camillo de
Lellis, nostro padre Fondatore, e la memoria dei tanti nostri confratelli morti
per il contagio contratto nel servizio: circa 300, e di essi si hanno i nomi di
soli 252, altri poi sono i cosiddetti anonimi. Nel 1589, a qualche anno
dall’inizio della Fondazione, a Pozzuoli si ha la prima offerta
in occasione di assistenza ad una flotta di « molte galere piene di
fanterie Spagnuola »,
colpita da tifo petecchiale detto anche “castrense”. Tre i Religiosi che
san Camillo « subito
offerì l’anime loro à Sua Divina Maestà come primitie di tutti gli altri che
per l’avvenire con questo nuovo geno di morte, dovevano sacrificar le vite loro
per salute de’ prossimi… ».
Nel 1606 a Napoli, per
febbri contagiose, troviamo l’offerta della vita di un giovane di Bucchianico
per assistere i malati presso l’Ospedale SS.ma Annunziata: il nipote Onofrio de Lellis, ancora Novizio,
portato quale esempio a tutta la Congregazione. È lo stesso Camillo che lo
assiste fino alla morte e lo piange fortemente. In questa drammatica occasione sono
molti altri a perdere la vita e rientrano in quell’anonimato di
cui si è detto. I Cronisti del tempo scrivono che « tanti furono i nostri che
morivano, che non venivano più suonate le campane nel momento della sepoltura
per non spaventare i vicini ».
Ed è per questo anonimato che
la testimonianza eroica di Napoli del 1606 non si trova traccia nel Regi, e di
conseguenza non è inserito nella “notula” della Positio Romana Theatina.
In questo cielo stellato della Santa Madre Chiesa, come vediamo brillano
non di luce propria molte stelle ed è giusto ricordare fra le tante, fratel
Pietro Suardi, della nobile famiglia Suarda o Stuarda di Bergamo. Il Signore l’arricchì
di doni straordinari per confortare i poveri ammalati.
Un giorno, per dimostrare ad un Sacerdote il bisogno
urgente di confessare un infermo, prese in mano dei carboni ardenti, esclamando
con santo zelo: “Come questo fuoco nelle mie mani punto mi nuoce, così è pur
vero che quell’infermo ha estremo bisogno della
confessione”. Morì contagiato di peste il 10 aprile 1656 e il suo corpo
riposa nella Chiesa del Divino Amore di Napoli.
L’offerta di questi
fratelli, spintisi per amore sino al dono totale di sé (cfr. Ef 5,25), sia per tutti noi l’ardore di
saper recuperare e valorizzare il dono della chiamata ad essere un annuncio
solenne e un impegno missionario per l’uomo contemporaneo (cfr. Gaudium et spes n.93), disposto a
credere « più
ai testimoni che ai maestri, più all’esperienza che alla dottrina, più alla
vita e ai fatti che alle teorie »
(Redemptoris missio, n.42).
L’invito di san Camillo
de Lellis ad essere fedeli al quarto voto risuona inalterato anche nel nostro
tempo, in cui nuove pandemie, in un diverso contesto culturale, sociale
ed economico, richiedono la stessa disponibilità alla testimonianza eroica
della carità. Una testimonianza che in questo periodo di pandemia da coronavirus
Covid-19 è stata “legata” dai decreti Ministeriali e della CEI, ai quali
siamo stati tutti chiamati a mettere in pratica per il bene personale e sociale
ma, resta sempre uno degli aspetti più significativi della natura profetica
della vita religiosa camilliana che, per sua indole, « meglio testimonia la vita
nuova ed eterna, acquistata dalla redenzione di Cristo, e meglio preannunzia la
futura risurrezione e la gloria del regno celeste » (Lumen
gentium, n.44).
Proprio
come alcuni flagelli del passato che, in momenti diversi della storia
dell’uomo, hanno provocato migliaia o milioni di vittime assistiamo lo stesso
scenario di sofferenza accompagnato dal sacrificio degli operatori socio-sanitari
e la morte degli ammalati senza il conforto religioso e familiare. Ieri, come
oggi, Rachele piange i suoi figli (cfr. Ger 31,15).
La celebrazione di questa
Giornata, dedicata ai “martiri della carità”, non deve perciò
ridursi ad un semplice momento celebrativo, ma diventare occasione per attingere
dal ricordo di questi fratelli un rinnovato entusiasmo che animi, ogni giorno
dell’anno, un ministero esposto ai rischi previsti o imprevedibili dell’assistenza
a chi soffre.
Invocando la protezione
della Vergine Maria, al cui amore materno verso il Figlio sofferente san
Camillo volle ispirato il nostro servizio agli ammalati. Auguro che la celebrazione
della Giornata della Memoria di
questi nostri eroici fratelli porti abbondanti frutti spirituali e contribuisca
a rinnovare i generosi propositi di imitarne l’esempio secondo i tempi storici
che viviamo.
Evento da poter vivere
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Lunedì 25 maggio presso
la Chiesa del Divino Amore di Napoli, alle ore 18.00 celebrazione solenne in ricordo
del 470 anniversario della nascita di san Camillo e i Martiri della Carità. I confratelli,
che vogliono e possono partecipare avvisano padre Antonio Puca della loro
presenza, a causa delle misure di sicurezza portando camice e stola bianca.
Con sentimenti di grande
gioia, vi abbraccio fraternamente e chiedo la vostra benedizione e preghiera.
Il Superiore Provinciale
Padre Rosario Mauriello