VENTINOVESIMA GIORNATA DEI MISSIONARI MARTIRI
24 Marzo 2021
Vite Intrecciate
Fratel Leonardo tra i 20 Missionari Martiri del 2020
Stimati Superiori maggiori delle Provincie,
Vice Provincie e Delegazioni dell’Ordine Camilliano;
Carissimi Confratelli, tutti.
Il 24 marzo 2021 si celebra la ventinovesima Giornata dei missionari martiri.
Nella stessa data, 41 anni fa, Sua Ecc. Monsignor Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador, veniva assassinato durante la celebrazione della messa, punito per le sue denunce contro le violenze della dittatura militare nel Paese.
Le sue ultime parole ai fedeli presenti, prima di essere colpito a morte sull’altare, furono come un roveto ardente: “Questa santa messa è un atto di fede. In questo calice il vino diventa sangue, che è stato il prezzo della salvezza. Possa questo sacrificio di Cristo darci il coraggio di offrire il nostro corpo e il nostro sangue per la giustizia e la pace del nostro popolo”. Parole che sono per tutti noi un grande slancio per imitare i missionari martiri e incarnare con consapevolezza le parole di Papa Francesco: “Io sono una missione su questa terra” (PAPA FRANCESCO, Evangelii Gaudium, 273).
Lo slogan quest’anno è “Vite intrecciate” e la CEI ci presenta ben 20 uomini e donne uccisi nel 2020, essi sono i testimoni coerenti e coraggiosi della vita ordinaria e il loro martirio conduce il popolo di Dio a non perdere la speranza, grazie all’opera dello Spirito santo che vive come fiamma ardente nel loro cuore. Dunque, la Chiesa è Chiesa se è Chiesa di martiri (Papa Francesco). E i martiri sono coloro che, come ci ricorda il Libro dell’Apocalisse, “vengono dalla grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello” (Ap 7,17). Essi hanno avuto la grazia di confessare Gesù fino alla fine, fino alla morte. Loro soffrono, loro danno la vita, e noi riceviamo la benedizione di Dio per la loro testimonianza.
È giusto dunque, ed è per questo che voglio condividere con voi, stimati Superiori maggiori, di ricordare questi nostri fratelli: tra di essi abbiamo un camilliano, fratel Leonardo Grasso, che nella vita di ogni giorno ha cercato di aiutare, senza limiti e senza orario, i fratelli e di amare Dio senza riserve. Questi nostri fratelli e sorelle martiri, li possiamo definire uomini e donne eucaristici che hanno incarnato, nella propria esistenza la dimensione eucaristica, in quanto hanno compreso a fondo che ricevere l’Eucaristia senza la carità, non serve a nulla, è soltanto dall’incontro con Gesù-Eucaristia che il cuore si dilata a sentimenti più a dare che a ricevere e di conseguenza essa diventa maestra dell’amore; essa ci educa a questo amore facendoci comprendere, nel profondo dell’animo, il grande valore che ogni uomo, di ogni lingua, di ogni razza, ha agli occhi di Dio, dato che “Cristo offre se stesso in ugual modo a ciascuno, sotto le specie del pane e del vino. Se il nostro culto eucaristico è autentico, deve far crescere in noi la consapevolezza della dignità di ogni uomo. La coscienza di questa dignità diviene il motivo più profondo del nostro rapporto col prossimo” (SAN GIOVANNI PAOLO II, Dominicae Coenae, 6).
Oggi, più che mai, i nostri giovani, il nostro Ordine, i nostri Religiosi hanno bisogno di quanto ha detto san Paolo VI: “La testimonianza di una vita autenticamente cristiana [...] è il primo mezzo di evangelizzazione. L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, [...] o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni” (SAN PALO VI, Evangelii Nuntiandi, 38). E di questi martiri, testimoni dell’amore ne abbiamo esempi nell’universo del nostro Ordine, ma ho desiderato che questo giorno non passi per tutti noi, come la stella di Betlemme, ma in virtù di questi esempi, l’umanità potrà sempre sperare e credere nella vita, una vita fatta di chicchi di grano macinato, per far frumento eucaristico. E dinanzi a questo essere macinato, si eleva il mio canto: “Adoro te devote, latens Deitas!”
Con lo sguardo rivolto sul loro esempio e il cuore rivolto al “profumo del Vangelo”, che hanno sparso con la vita, con sentimenti di grande gioia, vi abbraccio fraternamente e chiedo la vostra benedizione e preghiera.
Il Superiore Provinciale
Padre Rosario MAURIELLO M.I.
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