In questi giorni si è celebrata la XXX Giornata mondiale del malato, istituita da S. Giovanni Paolo II nel 1992, a pochi anni dalla pubblicazione della Lettera Apostolica “Salvifici doloris”, il documento pontificio più completo sul significato salvifico della sofferenza.
Quest’anno il titolo della Giornata era l’invito di Gesù nel Vangelo “Siate
misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso” (Lc 6,36). E l’esortazione
“Porsi accanto a chi soffre in un cammino di carità”.
Tutta la Chiesa ha celebrato questo evento e in questo particolare momento ci è
sembrato quanto mai opportuno unirci a questo gesto di preghiera e di carità,
trasferendolo dall’11 alla Domenica successiva.
Abbiamo dunque celebrato l’evento nella nostra Chiesa del Divino Amore di
Napoli il 13 a conclusione della Giornata nazionale della raccolta del farmaco,
una iniziativa quanto mai preziosa a beneficio dei malati più bisognevoli di
cure, che ha avuto il momento clou con la partecipazione di centinaia di
volontari distribuiti nella città e in periferia sabato 12 febbraio.
La partecipazione alla Messa il giorno seguente ha radunato in Chiesa decine di
persone, anziani e Infermi, ai quali nel corso della Celebrazione è stata
impartita la Sacra Unzione . Il Celebrante si è soffermato sulla liturgia del
giorno, mettendo in rilievo lo sguardo di Gesù sui poveri, gli afflitti, sui
perseguitati per il regno dei cieli, come suggeriva il Vangelo delle Beatitudini
, e sottolineando il punto centrale della speranza cristiana fondato sulla
Morte e Resurrezione di Gesù, sottolineato della Seconda Lettura. Anche la
sofferenza acquista quindi una luce nuova, unendosi a quella del Signore, fino
al punto di essere partecipe della salvezza del mondo, conforme l’incipit della
“Salvifici doloris” di S. Giovanni Paolo II, citando la Lettera ai Colossesi di
S. Paolo.
La Celebrazione è stata dunque motivo di particolare riflessione in questo
momento di sofferenza collettiva, in cui accanto alla cura, tenerezza, conforto
umano degli operatori sanitari nei confronti degli ammalati di Covid ed altre
patologie, si apre una prospettiva per recuperare il valore dell’offerta anche
da parte del paziente per la salvezza di tutti.
Si è parlato giustamente del “Sinodo in corsia”. Per noi questa corsia si
estende al quartiere e all’intera città, considerando che la gran parte degli
ammalati oggi preferisce fare ritorno alla propria abitazione.
Padre Antonio Puca
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