Messaggio del Superiore Provinciale dei camilliani Fratel Carlo Mangione
Cari confratelli e membri della grande famiglia di San Camillo,
in occasione del Santo Natale desidero condividere con voi tutto quello che il mio cuore vuole offrire ai piedi della culla al Neonato Gesù, e, se a voi tutti il mio dono è gradito, portate anche voi insieme a me i vostri sogni così da rendere il regalo più prezioso e il nostro sogno più vicino alla realtà. Non vi sembri un gesto infantile il mio, perché di solito sono i bambini che scrivono a Gesù Bambino, ma, quest’anno, anch’io mi faccio bambino e gli parlo alla maniera dei bambini.
Caro Gesù Bambino,
al tuo arrivo in questo mondo, i tuoi Angeli, scesi dal cielo per noi uomini, annunciano: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e PACE in terra agli uomini, amati dal Signore”. Ma noi uomini di questo secondo millennio, abbiamo dimenticato questo messaggio.
Noi continuiamo ad essere spettatori passivi di violenze e sofferenze di ogni genere che si riversano su bambini, anziani, malati, provocati da interessi economici spregiudicati.
Risuoni forte nelle nostre orecchie e trovi accoglienza calorosa nei nostri cuori, il tuo annuncio di “figli amati”, perché anche le menti e i cuori di chi si riconosce amato si adoperino a costruire il bene comune e i più deboli siano protetti e custoditi ovunque e sempre.
Noi figli e seguaci di San Camillo, abbiamo scelto di prenderci cura dei malati, che spesso sono motivo di inquietudine e preoccupazione per le famiglie. Ci preoccupa spesso il fatto di non poterli curare adeguatamente e soprattutto guarirli e ridurre le loro sofferenze. Sappiamo, però, che, talvolta, basta un ascolto attento, un sorriso, una carezza, una parola amica ad alleviare le loro fatiche. Se noi portiamo con noi la tenerezza del tuo cuore, caro Gesù, siamo sicuri che Tu sarai per tutti guarigione e consolazione, speranza e forza per proseguire il cammino della vita.
Custodisci nel Tuo amore e nella Tua generosità gli operatori sanitari, dona loro di essere le “Cento braccia di San Camillo” con “Più cuore nelle mani” per dispensare cure e prendersi cura di ogni persona ammalata e sofferente loro affidata.
E a noi che spontaneamente e volontariamente abbiamo offerto la nostra vita a servizio del prossimo, innamorati di Te, del tuo modo di “stare” nel mondo con gli uomini del tuo tempo e della tua terra, insegna l’arte di agire sempre con quella passione, quella gioia, quell’entusiasmo che ci rivestì quando Tu, bussando alla nostra vita, ci hai invitati a seguirti, nella storia di oggi per riconoscere in ogni uomo, che incontriamo sulla nostra strada - povero o malato in cerca di accoglienza, consolazione, cure - come tuo e nostro amico e fratello.
La povertà da Te abbracciata è segno di libertà e condivisione. Noi ti ringraziamo per questo messaggio, che ci è di esempio e di stimolo a fare come te, perché, spesso i poveri sono schiacciati dall’indigenza che li prostra e li umilia, ma se noi rivolgiamo i nostri occhi su di loro, potremo far sì che a nessuno manchi il necessario e, insieme a quanti sono deputati al bene comune, possiamo realizzare uno stile di vita alimentata da gesti di Giustizia e di Condivisione.
Ed ancora, caro Gesù Bambino, ti vogliamo affidare la gioiosa disponibilità dei volontari che spontaneamente, con amore gratuito e disinteressato, per Te, offrono il loro servizio, le loro energie, le loro competenze, il loro tempo, le loro capacità creative e tutte le loro risorse, a chi ne ha bisogno. Rendi il loro servizio sorgente di consolazioni e di gioia, motivo di vita che dona colore e sapore al tempo e alle giornate di servizio, per se stessi e per le loro famiglie, sapendo di vivere una vita piena di significato e utile, in armoniosa comunione con l’umanità che li circonda e feconda di bene che si diffonde.
E infine Gesù ti chiediamo di raggiungere tutti coloro che non ti conoscono, tutti coloro che ti conoscono e non ti accolgono e a noi che ti conosciamo e che ti abbiamo accolto donaci di RI-conoscerti, ogni giorno, nei malati, nei poveri e in quanti restano indietro nella vita, così da rendere onore anche al nostro padre e amico, San Camillo, che, con il suo esempio, ci ha attratti a fare come lui e che ancora oggi dal cielo ci invia le “Mille Benedizioni”.
E a Te, caro Gesù, che anche dopo oltre 2000 anni ti mostri a noi “Bambino”, e sostieni noi adulti detti “grandi”, chiediamo ancora di farti nostro Maestro: “Insegnaci a diventare anche noi bambini e alimenta sempre in noi il desiderio di rendere migliore questo mondo”.
Vieni, ancora tra noi, Gesù, vieni e sii per ciascuno di noi il “Natale”, il vero, bello e buon Natale!
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