“Il Signore ha visitato e redento il suo
popolo”
Assemblea provinciale in preparazione alla Visita
Pastorale
26 Ottobre 2023
“Il
Signore ha visitato e redento il suo popolo”: carissimi
confratelli, il titolo di questa assemblea provinciale - la terza, dall’inizio
del mio mandato e propedeutica alla prossima visita pastorale - evidenzia la peculiarità del suo contenuto,
quello dell’accoglienza del Signore che viene a visitare e a salvare, e
contemporaneamente mira a dare
continuità ad un programma avviato il 29 giugno 2022, con il primo raduno
nominato, “Tracce programmatiche del
triennio” e poi proseguito con “La correzione fraterna”, l’adunanza del 16 settembre 2022.
La visita va
vissuta come un momento di grazia assumendo, tutti, il giusto atteggiamento.
Essa, infatti, può rappresentare il segno del passaggio e della prossimità del
Signore tra i suoi figli e tra i fratelli. Il Signore che ci ha chiamato, è lo
stesso che in questo momento ci raduna, che ci visita perché vuole continuare
ad educarci, a renderci migliori affinchè possiamo realizzare il Suo progetto
d’ amore. Se viviamo come Lui ci vuole, a livello personale e comunitario,
potremmo constatare come veramente il Signore
viene a visitarci.
Alle
assemblee i confratelli hanno sempre partecipato in maniera numerosa,
desiderosi, di riflettere e condividere alcune tematiche vitali della nostra
vita. Non a caso le adunanze vogliono dare ampio spazio a quello che è il desiderio
comune; Mi piace ricordare quanto è
contenuto sul piano strategico dell’ Ordine riguardo le visite pastorali. “favorire un dialogo aperto e franco
attraverso anche la condivisione di opinioni e esperienze dei religiosi
riguardo la vita comunitaria ma creare pure un ambiente di ascolto attivo, dove
i membri della provincia si sentono liberi di esprimere le loro preoccupazioni,
le loro sfide e le loro idee per migliorare la dimensione comunitaria del
ministero”. Senza trascurare il
dopo, dove è utile “offrire un
sostegno continuo alle comunità per implementare le raccomandazioni e le
riflessioni sull’importanza della dimensione comunitaria e del ministero con
incontri di follow-up, risorse di formazione aggiuntive o l’organizzazione di
scambi tra le comunità per condividere buone pratiche e incoraggiamento
reciproco”.
La
presenza del superiore generale P. Pedro e del consultore P. Medar, che
ringrazio di vero cuore, questa volta, rende questa assemblea veramente “speciale”.
Entrambi sono per noi un segno tangibile di comunione fraterna, esprimono
l’Ordine, come un corpo unico, a cui tutti apparteniamo. E’ bello, infatti,
saperci fratelli, riconoscere che altri uomini come noi, nei quattro
continenti, vivono la gioia della chiamata alla carità nel nome di Gesù e di
San Camillo. E ci fortifica pure la consapevolezza che non siamo soli e che,
nelle inevitabili difficoltà della vita, ci sono tanti che vivono con noi e
come noi. La benedizione, poi, della casa di noviziato da parte di P. Pedro è
l’impronta ulteriore della sua attenzione e della sua vicinanza. Questi gesti
riscaldano il cuore, ci incoraggiano e ci fanno piacere.
A
proposito dell’elevazione canonica a casa del noviziato della comunità del
Divino Amore, grande è la nostra gioia anche perché apre subito alla grande,
con la presenza di due giovani, Enzo e Saverio, che con la guida del Maestro P.
Giampier, di P. Rosario e P. Antonio e di altri confratelli che si
alterneranno, vivranno quest’anno speciale di discernimento vocazionale che li
preparerà, a Dio piacendo, alla consacrazione religiosa camilliana.
Un
motivo ulteriore di gioia è per la consacrazione solenne di fr. Mariano e di
fr. Salvatore, avvenuta di recente, e i tre professi temporanei, che entrano
nel quarto anno del loro percorso. In più, quest’anno ad Acireale ci saranno
quattro postulanti. Un fermento
vocazionale, quello in essere, per il quale dobbiamo ulteriormente rendere
grazie al Signore, che nonostante i nostri limiti, continua a chiamare nuovi
giovani, avvicinandoli alla nostra provincia e al carisma della misericordia
verso i malati e i sofferenti.
Questo
percorso, se da una parte ci rende fieri del lavoro svolto nello stesso tempo
ci riveste di responsabilità. Accogliendo e accompagnando questi giovani nel
nuovo cammino di vita, infatti, più pesante ricade su noi tutti la
responsabilità di come concretamente manifestiamo il carisma di San Camillo:
loro ci guardano come modelli e da noi si aspettano testimonianza autentica del
Vangelo e coerenza di vita.
Anche
per questo, mi sembra la migliore opportunità possibile, quella di oggi, per
manifestare il mio grande e sincero grazie a quanti sono impegnati
nell’animazione vocazionale e nella formazione. E’ un settore affascinante ed
entusiasmante, pur con tutte le fatiche e problematiche connesse; niente, però,
può sostituire la dimensione generativa, che porta con sé vita, entusiasmo e
gioia. Grazie a quanti sono impegnati in
questo lavoro. Sentitevi accompagnati dalla stima, dall’ affetto e dalla
preghiera di tutti i confratelli della provincia, a cui aggiungo la mia
personale gratitudine per ciascuno di voi.
Quest’assemblea
provinciale, come accennavo in apertura, apre ufficialmente la visita pastorale
in Provincia che ci vedrà impegnati, dal mese di novembre 2023 fino a febbraio
2024. E’ opportuno sottolineare che essa è prevista dal codice di diritto
canonico, al numero 628 par. 1 che
così recita: “I superiori designati a
tale incarico dal diritto proprio dell’ Istituto visitino con la frequenza
stabilita le case e i religiosi loro affidati, attenendosi alle norme dello
stesso diritto proprio”; e dalla nostra Costituzione, al numero 106, che riporta : “… Il
superiore provinciale durante il tempo del suo mandato ha l’ obbligo di
compiere la visita pastorale personalmente … può servirsi dei propri
consiglieri…”.
L’
articolo 110 delle Disposizioni
Generali ricorda, invece, che: “ Il
visitatore ascolti tutti i religiosi, uno ad uno. In questo colloquio personale
cerchi di conoscere se nella comunità vige la vita comune, lo spirito di carità
fraterna, l’attaccamento al nostro Ordine, al fine di promuovere la vita
religiosa e apostolica”.
Queste
norme non devono essere viste con animo legalista, ma come linee guida, che,
ben comprese e interpretate, diventano per ciascuno di noi occasione di
arricchimento umano e spirituale, di crescita sia per le persone che per le
realtà affidate. E’ chiaro, quindi, lo
scopo della visita che mira al raggiungimento e al mantenimento del
benessere umano, spirituale e carismatico dei singoli religiosi e delle
comunità. Comunque, per meglio vivere tutto questo e intendere il governo della
provincia in modo sempre più collegiale, ho pensato di farmi accompagnare nelle
diverse comunità, a turno, dai consiglieri.
Negli
anni pre-conciliari anche il nome, “visita canonica”, metteva l’accento sugli
aspetti burocratici, legali e canonici. Addirittura in alcuni istituti era il
momento della comunicazione dei trasferimenti. Oggi invece si tratta di
recuperare il senso e il significato più profondo della visita pastorale,
vissuta come momento di verifica del
proprio cammino. E’ l’occasione,
infatti, per ciascuno di dimostrare sempre più fedeltà a Dio e all’uomo
sofferente rispondendo, in questo, sul modello di San Camillo, alla chiamata
del Signore che ognuno di noi ha scelto di servire con il proprio amore e l’
offerta della vita.
Non vi nascondo che avverto due pericoli
con l’approssimarsi della visita pastorale: il primo è quello di chi pensa che
essa possa rappresentare l’occasione propizia per affrontare e risolvere tutti
i problemi personali e delle comunità locali e forse anche quelli della
provincia; l’altro pericolo, all’opposto, è quello di pensare che niente
cambierà: “Se ne sono fatte tante di
visite pastorali, mai niente é cambiato e niente cambierà”, la frase è un intercalare che spesso, e non
di rado, si incunea nei pensieri e nella bocca di qualcuno di noi. Entrambi
questi atteggiamenti inducono a riportare il tutto ad una visione molto miope e
fallimentare della visita ... e, lasciatemelo dire, con tutta sincerità, ad
un’autentica perdita di tempo e di energie per tutti: per chi la compie e chi
la riceve.
Premesso
che siamo consapevoli che non siamo una cooperativa o una società per…azioni,
buone e/o caritatevoli, né tanto meno una comitiva di simpaticoni - magari con
qualche antipatico o insopportabile tra di noi - è a tutti chiaro che siamo
stati chiamati e consacrati, ad uno ad uno, per vivere in comune! E la comunità e il ministero sono i luoghi più
naturali dove ogni chiamata cresce e matura.
Proprio
nella Comunità si concretizza poi quel progetto di santità pensato dal Signore
per noi. Si, siamo nella vita religiosa per diventare santi. Non è male
ogni tanto ricordarcelo a vicenda; forse ci viene più facile predicarlo da un
ambone o nei colloqui spirituali agli altri piuttosto che ricordarcelo
fraternamente. E questo potrebbe rappresentare una criticità! Mi piace
offrirvi, a tal proposito, l’immagine del lavoro spirituale che siamo chiamati
a fare in noi stessi, con quanto San Bernardo dice riguardo la differenza tra serbatoio
e condotto.
Egli
affermava: “Mentre il condotto scarica tutte le sue acque non appena le
riceve, il serbatoio attende sino a quando è pieno fino all’orlo, e dà solo ciò
che gli è supefluo, ciò che può dare via senza impoverirsi. Sono tanti che
vogliono dare prima di aver ricevuto. A loro piace più parlare che ascoltare.
Prendono l’ iniziativa d’ insegnare ciò che non hanno imparato. Benchè incapaci
di governare se stessi, essi si accingono a guidare gli altri...quando questo
accade, continua San Bernardo, vi è il rischio che la carità si perda nella
ricerca della consolazione, si smarrisca sotto il peso della paura, perda la
pace cadendo nella tristezza, venga diminuita dall’ avidità, distratta
dall’ambizione...”. Forse dobbiamo impegnarci un po' di più a praticare
quello che predichiamo!
La
visita, quindi, è l’occasione che ci viene offerta per operare un rinnovamento
personale e comunitario, guardando insieme ed esaminando le necessità, i limiti
e le sfide; e non può finire senza risultare un grande incoraggiamento alla
fedeltà creativa, dinamica e gioiosa di ciascuno dei confratelli e dell’intera
comunità. E, se per realizzare tutto questo, sono necessari dei piccoli
“aggiustamenti”, insieme, pregheremo, rifletteremo, dialogheremo e faremo
discernimento sulle cose da migliorare, da correggere, da evitare.
Se
crediamo, infatti, che è il Signore che passa, sappiamo anche, per averlo già
sperimentato, che Lui viene sempre come padre che incoraggia, che vuole
preservarci dai quotidiani rischi, dall’appiattimento routinario, dalle prevaricazioni,
dalle possessività, dall’individualismo, dall’ attaccamento patologico ai
soldi, ai ruoli e agli abusi, dall’uniformazione della nostra vita, personale e
comunitaria, con il rischio di renderla banale, mediocre e triste. Sono anche
queste, cari fratelli, e lo sappiamo benissimo, le caratteristiche del cuore
dell’uomo, mescolate insieme a quelle della generosità, dell’entusiasmo, dello
zelo e della gioia della chiamata.
La
visita pastorale, in ultima analisi, è un momento comunitario finalizzato al
dialogo personale, al rispetto dei ruoli e al confronto comunitario, per la ricerca della verità sul nostro cammino
spirituale e su quello della
comunità tutta e sul servizio
apostolico che siamo chiamati a svolgere, riconoscendo e accogliendo i doni che lo Spirito Santo fa ad ognuno,
disciplinati dalla diaconia alla
comunità. Poiché Dio non è il Dio del disordine e del malcontento, i doni
di ciascuno devono necessariamente portare frutti di gioia e di pace a tutti i
fratelli della comunità locale e provinciale. La carità, infatti, o pervade
tutto l’agire della persona o non c’è. Se i doni di ognuno non producono questi
frutti, allora bisogna saper riconoscere da quale spirito veramente sono
generati.
Prima di concludere è opportuno, a
questo punto, focalizzare alcuni obiettivi della visita pastorale:
A. La Costituzione
·
La
verifica, ha come obbiettivo di riscontrare la
conformità della nostra vita personale e comunitaria alla Costituzione e alle
disposizioni generali dell’Ordine. Quella che una volta era la REGOLA ora si
chiama Costituzione, la bussola cioè della nostra vita e del nostro ministero.
Se leggiamo la formula della professione religiosa, dice che ci consacriamo a
Lui secondo le costituzioni e le disposizioni dei Ministri degli Infermi. Ecco
i binari sui quali dobbiamo viaggiare per la nostra santificazione!
Il rispetto della Costituzione non deve essere
considerato un’ossessiva e stretta osservanza di norme e discipline ma il punto
comune dove tutto inizia e tutto converge, il fulcro che elimina pericolosi
personalismi basati sulla sensibilità e umori del singolo e del momento. In
questo, siamo molto fortunati perché la nostra Costituzione ha una ricchezza
teologica e pastorale molto profonda, scevra da quel legalismo dei codici, che soffoca e spegne lo
Spirito.
Impegnarsi
a lavorare sull’aspetto interiore e personale è fondamentale per custodire o
recuperare la coesione o la ri-coesione della comunità e nel contempo creare le
condizioni affinchè ognuno si senta libero e gioioso di corrispondere alla
vocazione ricevuta da Dio. Nella comunità ognuno deve poter stare bene!
B. Progetto dell’Ordine
·
La visita pastorale sarà un’occasione preziosa
per conoscere il progetto strategico sul quale la Consulta Generale sta
lavorando per tutto l’Ordine. Avremo modo di approfondirlo nelle singole
comunità. L’ adesione ad un progetto comunitario è il segno chiaro di un
cammino comune che porta ad aderire con più certezza a ciò che il Signore ha
pensato e progettato per noi. Aderire
con il cuore ad un progetto comunitario significa unirsi concretamente alla
Sequela Cristi interpretata da un carisma fondazionale dove San Camillo è stato
strumento privilegiato di Dio. Camillo, nostro padre e modello nella vocazione
di servizio ai malati e ai sofferenti. E oggi il camminare nel carisma e la
verifica di tutto questo va fatta con gli strumenti che la Costituzione, le
disposizioni generali, i documenti e il cammino dell’Ordine ci offrono.
C.
Camminare
con la Chiesa locale
· La visita pastorale non è rinchiusa solo all’
interno della comunità o della vita dell’Ordine ma apre lo sguardo alla chiesa
locale come esperienza di comunione ecclesiale. C’ è un soggetto unico dentro
il quale ci ritroviamo tutti ed è la Chiesa. Più cresce la coscienza ecclesiale
di ognuno di noi più ci sentiremo unico popolo raccolto intorno alla legge
della carità. E noi, nella chiesa, testimoniamo l’amore tutto preferenziale di
Gesù per i malati e i più deboli. L’incontro avuto, all’ inizio del mandato,
con ogni singolo Vescovo delle diocesi territoriali dove sono inserite le nostre comunità aveva appunto questo
significato: camminare con la chiesa locale ed essere presenza squisitamente
camilliana, riconosciuta come tale in ogni diocesi. Con soddisfazione mi sento
di dire che i Vescovi ci riconoscono per il nostro carisma e la nostra
missione.
D. Scelta preferenziale degli Ultimi
· La nostra Costituzione al numero 51 ci ricorda: “Il nostro Ordine dedica di preferenza le proprie attività agli infermi
più poveri e abbandonati.” Quest’
articolo ci invita a porre un’attenzione specifica e particolare sugli ultimi,
coloro che nella vita restano indietro, per tanti motivi. Per questi fratelli
dobbiamo avere amore e predilezione che devono trovare spazio con iniziative
concrete in ogni espressione ministeriale delle nostre comunità. Vi invito a
riflettere su cosa possiamo fare per dare risposte ai fratelli troppo spesso e
ingiustamente dimenticati.
E. Tematiche da condividere a livello personale
e comunitario
* La vita
della comunità alla luce della Costituzione: ciò che si vive corrisponde a ciò
che si dovrebbe vivere?
* La fraternità nella vita della
comunità: quali sfide e traguardi vogliamo raggiungere?
* Qualificare la vita attraverso la
preghiera arricchita con momenti di formazione permanente in comunità e in
provincia
* Ruoli e compiti dei singoli nella
propria comunità
* Il grado di libertà interiore che si
sperimenta in comunità, con i confratelli e i superiori.
* Vita apostolica della comunità:
sfide, bellezza e traguardi.
* Dimensione vocazionale della
comunità: cosa si fa e cosa si potrebbe fare ancora meglio.
* Idee
e suggerimenti per i giovani in formazione e i formatori.
* Sguardo
sulla Provincia: consiglio, segretariati e commissioni. Idee e suggerimenti
*
In cammino verso i 450 anni dell’Anno giubilare della conversione: cosa poter
realizzare nella comunità locali e in provincia (2 Febbraio – 8 Dicembre 2025)
F. Modalità di svolgimento della visita
* Liturgia della parola e introduzione
del superiore provinciale.
* Colloqui personali con ogni
religioso. Il superiore per ultimo.
* Incontro con i laici: Fedeli, Fcl,
volontari, dipendenti delle nostre opere, monasteri di clausura. Invito i superiori ad organizzare
e predisporre per tempo gli incontri.
* Incontro comunitario con I
religiosi.
* Verifica del progetto comunitario.
* Visita ai confratelli defunti e
momento di preghiera al cimitero.
* Concelebrazione eucaristica
conclusiva presieduta dal consigliere accompagnatore.
G. Libri e documenti da preparare
* Registro dei religiosi
* Registro delle Sante Messe
* Libro delle cronache
* Libro dei capitoli locali e consigli
di famiglia
* Progetto comunitario
* Relazioni economiche: preventivo 2023 e I consuntivi
trimestrali (1°,
2°, e 3° Trimestre 2023)
Potete
far trovare questi documenti nella stanza del consigliere provinciale che mi
accompagnerà.
Ricordo, infine l’articolo 108 delle Disposizioni Generali: “Per tutto il tempo della visita pastorale
rimane sospesa la giurisdizione dei superiori delle case nelle quali ha luogo
la visita”.
Ci lasciamo, ora, a conclusione di questa giornata,
con una riflessione di S. Agostino sulla ginnastica del desiderio. “ La
nostra vita è una ginnastica del desiderio.
Il santo desiderio sarà tanto più efficace quanto più strapperemo la radice
della vanità ai nostri desideri. Già abbiamo detto altre volte che per essere
riempiti bisogna prima svuotarsi. Tu devi essere riempito del bene, e quindi
devi liberarti dal male. Supponi che Dio voglia riempirti di miele. Se sei
pieno di aceto, dove metterai il miele? Bisogna liberare il vaso da quello che
conteneva, anzi occorre pulirlo. Bisogna pulirlo magari con fatica e impegno,
se occorre, perche sia idoneo a ricevere qualche cosa. Quando diciamo miele,
oro, vino ecc...non facciamo che riferirci a quell’ unica realtà che vogliamo
enunciare, ma che è indefinibile. Questa realtà si chiama Dio”. (Trattato 4;
PL35, 2008 - 2009)
Confratelli
carissimi, ho cercato di preparare questa traccia con
alcuni suggerimenti concreti che ci possono aiutare allo svolgimento della
visita pastorale. Si tratta certamente di contributi e strategie umane che
vanno necessariamente accompagnati dalla preghiera allo Spirito Santo, che
diventa luce e guida per ognuno di noi, per il cammino della provincia e delle
singole comunità e, perché no, anche per le nostre relazioni interpersonali.
La
Vergine Maria, ricordata e amata in modo particolare
in questo mese di ottobre, ci assista e ci accompagni in questo cammino.
San Camillo, padre
della nostra vocazione, ci infiammi del suo amore al Signore realmente presente
nei malati, nei poveri e nei sofferenti e ci faccia dono della sua sana
inquietudine, per poter fare sempre di più e sempre meglio, per la gloria di
Dio e per il bene dei nostri fratelli.
Le sue Mille benedizioni, donate a noi sul
letto di morte, raggiungano le pieghe
del nostro cuore e della nostra mente, per essere sempre più figli suoi,
fedeli, sereni, gioiosi e orgogliosi di rappresentarlo, a distanza di quattro
secoli.
Buon
proseguimento del cammino!
Fratel Carlo Mangione
Superiore Provinciale
P.S. Si invita ogni superiore locale a presentare, almeno una settimana prima della visita nella propria comunità, la bozza del programma con i vari appuntamenti. La visita avrà inizio il giovedì pomeriggio e si conclude la domenica con il pranzo. E’ nostro desiderio pernottare nelle comunità. E’ bello coinvolgere i confratelli della comunità nella stesura del programma.
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