Fratel Vincenzo, 103 anni, muore il camilliano più vecchio del mondo. Ricordo di P. Alfredo Maria Tortorella

SABATO 4 MAGGIO 2024 FRATEL VINCENZO, IMPROVVISAMENTE È MORTO. I FUNERALI SARANNO CELEBRATI LUNEDÌ 6 MAGGIO 2024 ALLE ORE 11.00 A MESSINA.


Oggi è morto a Messina fratel Vincenzo Codella, il camilliano più vecchio del mondo: 102 anni e 8 mesi. Fratel Vincenzo era di Calitri , in provincia di Avellino e si vantava di aver avuto Padre Pio come confessore. Andò una prima volta a San Giovanni Rotondo confessò al Padre la volontà di farsi Cappuccino: il santo frate lo guardò e forse leggendo in lui qualche inconsistenza o che non era quella francescana la sua strada, gli disse: "Guagliò, la forza ce l'hai?". Vincenzo non rispose e andò via. Dopo molto tempo tornò a San Giovanni Rotondo: aveva saputo dell' esistenza dei Camilliani, perché uno studente camilliano del suo paese era tornato a Calitri per le ferie fresco fresco di vestizione, con la bella croce rossa in evidenza sull'abito. L'ormai maturo Vincenzo, che era un lavoratore dei campi per la propria famiglia, fu folgorato da quella croce, prese informazioni su chi fosse lo studente e a quale Ordine appartenesse. Così conobbe la figura di San Camillo de Lellis e l'opera dei Camilliani a servizio dei malati. Decise di sottoporre la cosa a Padre Pio, e ripartì per il Gargano. Il Padre gli disse: “Mo ti benedico, fai bene figlio mio. E una volta fatta la valigia non ti voltare indietro!". E così fu per Vincenzo che, quasi cinquantenne, si fece fratello camilliano a servizio degli infermi.

Lasciò Calitri e si recò a Messina sotto la guida di padre Gino Cisternino che divenne realmente per lui un padre spirituale. Si occupò, durante gli anni da religioso, di varie mansioni: sagrestano, aiuto cappellano al Monaldi, ministro della Comunione. Al Monaldi di Napoli amava farsi animatore Missionario per il Benin raccogliendo cospicue offerte dai membri del personale. Tutto andava in beneficenza per la erigenda Missione africana. Faceva apostolato semplice, distribuendo medaglie, rosari, immaginette. Grande era la devozione mariana: non lasciava mai la corona del rosario.  In estate, amava recarsi in ferie a Mangano in Sicilia, con i ragazzi disabili dell istituto Giovanni XXIII, condividendone la giornata e dandosi da fare nella vigna e nell'orto. Ritornava un po' il contadino che era stato a Calitri. 

Il carattere era gioviale, quasi burlone. Da cappellano al Monaldi amava trascorrere le ore serali in ricreazione giocando a carte con i confratelli in interminabili sfide. Fu anche per alcuni anni ad Acireale, dove amava tornare, finché le forze glielo concedevano, per festeggiare coi volontari e gli ospiti poveri della mensa, i suoi solenni compleanni. Solenni per l'età raggiunta, ma semplicissimi in quanto a festeggiamenti. Durante la pandemia COVID era in comunità a Messina mentre quella casa era diventata sede di noviziato. Un giovane professo allora novizio così lo ricorda: Fratel Vincenzo ci ha insegnato la gioia della vita consacrata!

Ora è con Gesù, la Vergine, San Camillo e San Padre Pio.












Saluto di fratel Vincenzo

I 100 anni di Fratel Vincenzo

I 102 anni di Fratel Vincenzo

Il Rosario, la mia vera ricchezza

La sua devozione alla Madonna

Testimonianza vocazionale di Fratel Vincenzo

Vorrei vivere 129 anni

Il saluto per suor Tipy




Commenti