Auguri di Natale ai confratelli del sud Italia da parte del superiore provinciale dei camilliani fratel Carlo Mangione

 Prot.  C. 32  / 2024                                                                                 Casoria, 18 dicembre 2024    

                   

Dio s’incarna per farsi nostro compagno di vita!

 

Carissimi confratelli, il Natale è alle porte. 

Questo tempo, che precede la festa, concorre ad essere per noi esperienza di gioia, creando intorno a noi una bella atmosfera. 

San Camillo non ci ha detto niente sul Natale. Lui, non aveva bisogno di parlare del Natale...Lui lo viveva! Viveva costantemente il mistero dell’ incarnazione, nel RI-conoscere Gesù, la PAROLA fatta carne, nella CARNE povera e piagata degli INFERMI.

Mi piace ricordare la notte tra il 23 e 24 dicembre  del 1598, quando le acque del Tevere in piena, invasero l’ospedale Santo Spirito di Roma. 

Camillo, la vigilia di Natale, come al solito si trovava al Santo Spirito.

Le acque, nella notte precedente, erano salite ben alte e quel giorno “ nubiloso e turbato” da pessimi sirocchi si vide il fiume senza alcun ritegno correr per tutte le strade precipitoso”. 

Camillo abbandonò in tutta fretta il convento per accorrere in soccorso dei malati. 

Invano il personale dell’ ospedale, convinto che le acque del fiume non avrebbero superato un certo livello, tentò di opporsi a Camillo che voleva sgombrare le camerate dei malati.  

Durante tutta la notte, aiutato dai religiosi del suo Ordine, si prodigò a trasportare gli infermi al piano nobile dell’ ospedale…  Ecco il Natale di questo gran padre, San Camillo! 

Anche per noi suoi figli, il Natale è servizio, soccorso, vicinanza e condivisione. 

La notte di Natale, al servizio del Bambino Gesù negli infermi e nei poveri, ci trovi in cammino, con grande stupore e spontanea generosità, verso ogni fratello, come San Camillo e i pastori, per aiutarlo a vincere la fatica della malattia, della sofferenza e della solitudine.

 

Come sarebbe bello il giorno di Natale rompere la clausura delle nostre comunità e  invitare alla nostra tavola una persona che sappiamo sola, così da godere la compagnia di Gesù tra noi, attraverso loro. 

 

E’ questo l’ augurio che faccio a me e a ciascuno di voi: Lasciarci conquistare da Cristo, presente nel povero e nel malato, e poter testimoniare il nostro essere pellegrini di speranza…. e di carità!

 

Fratel Carlo Mangione

Superiore Provinciale

 





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