Messaggio di S. Ecc. Mons. Franco Moscone arcivescovo di Manfredonia San Giovanni Rotondo Vieste in occasione dell’anno giubilare camilliano per i 450 anni della conversione di san Camillo de Lellis 2 febbraio 1575 - 2025

MESSAGGIO ALLA FAMIGLIA DI SAN CAMILLO PRESENTE NELLA DIOCESI MANFREDONIA

 

 

Carissimi fratelli e sorelle della Famiglia Camilliana,

 

l’arcidiocesi di Manfredonia risplende fin dalle sue origini di meravigliose figure di santità che non solo l’hanno benedetta, ma che partendo dal golfo e dal monte del Gargano illuminano l’intera Chiesa e l’umanità tutta. Bastano i due santuari, quello che ha attraversato i millenni di San Michele Arcangelo, e quello più recente di San Pio da Pietrelcina a celebrare la missione di evangelizzazione e di testimonianza della fede cattolica presente e viva nel territorio sipontino e ad attrarre folle di “pellegrini” alla ricerca “di consolazione e sicura speranza”.

Meno conosciuti, ma altrettanto significativi e carichi di profezia, sono alcuni luoghi, rimasti a lungo sottotraccia, ma altrettanto fulgidi di spiritualità e santità legati ad un campione di carità che, nella seconda parte del XVI secolo partendo proprio da Manfredonia, ha arricchito la Chiesa di un nuovo carisma a servizio degli infermi. Si tratta di San Camillo de Lellis, nativo di Bucchianico presso Chieti, ed i luoghi sono: il sagrato della chiesa di San Domenico dove passò giornate da mendicante; la chiesa, oggi del cimitero allora convento cappuccino, dove gli fu offerto lavoro; e soprattutto il percorso fatto dal convento, sempre cappuccino, di San Giovanni Rotondo a Manfredonia per una mulattiera a dorso d’asino. Percorso che prima lo mette difronte all’annuncio del Vangelo e della possibilità di conversione grazie alle parole semplici ed accorate del Guardiano padre Angelo, e poi attraversando quella che, anche profeticamente, è detta “Valle dell’Inferno” lo inchioda alla verità della sua vita dissoluta e perdente, ed alla Verità del volto di Cristo che, dopo averlo scaraventato a terra, lo “rialza” come risorto a vita nuova e ad una missione universale. Era il 02 febbraio 1575 (festa della Purificazione di Maria) e da un giorno papa Gregorio XIII aveva aperto l’Anno santo, mentre Camillo di lì a poco avrebbe compiuto 25 anni (nato il 25 maggio 1550): per Camillo è esperienza di risurrezione, è partenza di vita nuova a lui donata da Cristo e che lui renderà dono a un popolo di discepoli che lo seguiranno nel servizio ai poveri ed agli infermi.Da quella caduta salvifica e per quella strada deserta 450 anni fa prendeva vita un nuovo carisma che tanto ha dato e continua a dare alla Chiesa ed alla società.

I luoghi che ho brevemente tracciato costituiscono come un “terzo santuario” in Gargano, un santuario a cielo aperto. Questo racconta una storia di santità possibile e di carità operosa alla portata di quanti, non solo riconoscono le proprie sconfitte, ma si lasciano fissare dall’amore misericordioso del Signore Gesù: è il “santuario diffuso” di San Camillo. Racconta al mondo di ieri e di oggi che per tutti c’è speranza, “speranza che non confonde” e che ci mette in viaggio da “pellegrini” armati di solo Vangelo. Essere “sconfitto” da Cristo è per Camillo la sua più grande vittoria, è trovare quanto da sempre aveva anelato e che lo aveva condotto fino a Manfredonia sognando gesta di conquista militare. Gesù “conquistò” il suo cuore e lo dilatò, fino a renderlo capace di accogliere ogni persona ferita dalla vita e portarlo a calpestare da “soldato di carità” ogni territorio.

La Chiesa che è in Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo ringrazia per il dono di questo suo terzo “santuario diffuso” e lo custodisce con sana “gelosia” indicandolo come icona di speranza e itinerario di santità. Lo custodisce grazie alla presenza di figli e figlie spirituali di San Camillo: i religiosi Ministri degli Infermi, che reggono parrocchie in zona di periferia, quasi da “medici del territorio”, a Borgomezzanone ed a Macchia di Monte Sant’Angelo, e la Famiglia Laica Camilliana che conta numerosi affiliati e vive la “missione della cura” attraverso forme professionali e di volontariato.

L’Anno giubilare 2025 per la Chiesa universale “Pellegrini di speranza” si intreccia, per la nostra Chiesa particolare, col Giubileo camilliano “Conquistato da Cristo”: si tratta di un’opportunità e di una sfida. Lasciamoci “conquistare da Cristo” e sapremmo portare ovunque il Vangelo della salvezza per tutti da autentici “Pellegrini della speranza che non confonde”, ma sana e salva.

San Camillo qui in Gargano ha incontrato Cristo ed ha dato una svolta alla sua vita, anche a noi è possibile imitarlo se ci lasciamo conquistare dalla grazia del Giubileo. Che ci sia di stimolo la sua testimonianza che continua ad essere eloquente a distanza di 450 anni ed a diffondere la tenerezza del Vangelo in tutti i continenti. Accogliamo il suo invito e “mettiamo cuore nelle nostre mani” e ci accorgeremo che tutto si trasfigura, incominciando dalle nostre povere persone.

Soli Dei gloria!

 

+ p. Franco Moscone crs

Arcivescovo

 

Manfredonia, 02 gennaio 2025






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